giovedì 3 gennaio 2013

Tavole d'esame





Tavola manifesto


Tavola Inquadramento territoriale 1:5000


Tavola con pianta parcheggio/porticiolo livello +3.30m
scala 1:500



Tavola con pianta parcheggio/stazione/piazzale inclinato e  livello +6.60m
scala 1:500



Tavola con pianta parcheggio/stazione/piazzale inclinato e  livello +6.60m
scala 1:100


Tavola con pianta 1° piano servizi comuni livello +9.90m
scala 1:500


Tavola con pianta 2° piano residenze livello +13.20m
scala 1:500



Tavola con pianta 2° piano residenze livello +13.20m
scala 1:100


Tavola con pianta 3° piano residenze livello +16.50m
scala 1:500


Tavola con pianta copertura livello +19.80m
scala 1:500











facciamo a meno delle parole: i “Libri illeggibili” di Munari








“…il libro come oggetto, indipendentemente dalle parole stampate, può comunicare qualcosa?”

Bruno Munari, ("Da cosa nasce cosa. Appunti per una metodologia progettuale")




Partendo dalla definizione di "libro" del vocabolario - "un insieme di fogli delle stesse dimensioni, stampati o manoscritti, cuciti insieme secondo un certo ordine e racchiusi da una copertina, per lo più rigida" (Dizionario Garzanti della lingua italiana, Aldo Garzanti Editore, 1979) - e sfogliando uno dei libri "illeggibili" di Bruno Munari, risulta subito evidente che questo geniale artista e designer li ha ideati utilizzando quello che lui stesso chiama l´uso dei contrari.
Il libro "illeggibile" che abbiamo tra le mani è stato pubblicato nel 1991, è di formato quadrato con i lati che misurano dieci centimetri. Le uniche scritte compaiono sulla copertina grigio chiaro: "Libro illeggibile MN 1 di Bruno Munari Edito da Maurizio Corraini - Mantova". Le 32 pagine sono colorate - arancio, giallo, verde, azzurro - di dimensioni differenti e sembrano legate in modo del tutto casuale da una sottile cordicella.
Qualche notizia compare sulla bustina bianca che lo contiene: "Questo libro è stato progettato da Bruno Munari per la Galleria d´Arte Contemporanea "Maurizio Corraini" di Mantova. Fa parte di un gruppo di libri definiti "illeggibili" perché non hanno parole da leggere, ma hanno una storia visiva che si può capire seguendo il filo del discorso visivo". 
I libri illeggibili sono stati creati da Munari nel 1949 e da allora sono comparsi in varie mostre in tutto il mondo. Nel catalogo delle Edizioni Corraini, che hanno realizzato e pubblicato molte idee di Munari, figurano naturalmente anche i libri "illeggibili". "La più elementare manifestazione della fantasia - scriveva Munari - nasce, forse, dal capovolgimento di una situazione, dall´uso dei contrari, degli opposti, dei complementari: lui dice verde? io dico rosso. Una antica stampa popolare, molto nota, intitolata Il mondo alla rovescia mostra un cavallo che cavalca un uomo, un paesaggio sopra alle nuvole, alcune pecore che fanno da guardiani a un gregge di uomini, e altre amenità. I bambini ridono se noi gli diciamo che lo zucchero è amaro e si divertono molto se gli raccontiamo una storia di una tartaruga che corre come un lampo" (da Fantasia , Laterza, 1977).





Munari, designer, artista creativo ed eclettico lancia una sfida: dal 1949 inizia a sperimentare nuove forme di linguaggio visivo e nuovi materiali editoriali creando i “libri illeggibili”, una collana che può essere “letta” dai bambini e nella quale rilegatura, inchiostro e testi non contano nulla. Il libro diventa un oggetto che racconta storie senza l’utilizzo della parole.



Non vi è ordine, non ci sono margini e tanto meno numeri di pagine. Forme, colori e tagli sono i paesaggi di questa narrazione che non ha né inizio né fine; si può andare avanti e indietro; si possono “leggere” capovolti o da metà. Colori allegri, tristi e drammatici; forme taglienti o morbide, fori che saltellano da una pagina all’altra sono i protagonisti senza tempo e senza nome che ci accompagnano lungo un racconto sensoriale. Citando l’artista stesso, «è un libro di comunicazione plurisensoriale, oltre che visiva. Fu così che nacquero i "libri illeggibili", così chiamati perchè non c'è niente da leggere ma molto da conoscere attraverso i sensi» (B. Munari, Libri senza parole, in R. Pittarello, Per fare un libro, Milano, edizioni Sonda, 1993)

http://blog.albumepoca.com/facciamo-a-meno-delle-parole-i-libri-illeggibili-di-munari/

SCULTURA DA VIAGGIO

SCULTURA DA VIAGGIO
-Bruno Munari-



Si può mettere una scultura in valigia?
Un'artista come Munari, c'è riuscito.










Provocatorio e lungimirante, Munari con sottile ironia e un sorriso, riesce a far riflettere sulle questioni più serie. 
Un punto di contatto c’è sicuramente tra le sculture da viaggio, il design e l’arte, forse è proprio la pittura astratta della serie Negativi-positivi alla quale Munari si dedicò principalmente dal 1948 al 1951, dipinti costituiti esclusivamente da forma e colore. A seconda di come l’osservatore li legge assumono una forma oppure il suo esatto contrario.
Prima di espandersi nella terza dimensione le sculture da viaggio nascono piatte, su cartoncino fustellato, inserite in una busta, come biglietti di auguri. Una volta piegate e illuminate da una fonte di luce, i pieni e i vuoti delle sculture le fanno assomigliare ai quadri negativi-positivi, in versione tridimensionale.
Solo un lieve spostamento, una leggero tocco dell’abatjour sul comodino, cambierà le ombre e le luci, creando un oggetto diverso e “i vostri pensieri da pratici diventeranno lentamente estetici (la velocità dipende da voi), non vi domanderete più cusa l’è chel rob ki”.(1) La scultura aperta nello spazio arredato, quello di una stanza ad esempio, porta in scena il design: appoggiata in piano su un comodino o su un tavolo diventa complemento di arredo, un oggetto unico, personale.




I primi esemplari di sculture da viaggio sono chiamati Sculture pieghevoli, nel 1951; invece, risale ufficialmente al 1958 la prima scultura da viaggio, regalata come omaggio ai clienti della valigeria Valaguzza di Milano.
Negli anni Novanta, utilizzando le forme e i progetti di queste iniziali piccole sculture in cartoncino, Munari realizza grandi sculture, che raggiungono gli 8 metri di altezza. Si basa sulla forte componente estetica che si ritrova nei tagli e nelle proporzioni delle sculture in carta, nell’armonia e nelle proporzioni, e che diventa evidente quando le sculture si aprono in piano seguendo regole precise – quasi come degli origami, se non fosse per i tagli nella carta.
Questa componente stabilisce un equilibrio per cui possono essere realizzate anche su scale differenti, più grandi. 


Un foglio di lamiera quadrata viene tagliata e piegata creando un volume-scultura in cui i pieni ed i vuoti creano forme negative-positive.
La novità sta nel gioco di pieni e vuoti, nella semplicità del progetto che utilizza un modulo quadrato ed anche nel fatto che si introducono i tagli.

“Certamente i collezionisti che vogliono spendere bene il loro denaro le vogliono di bronzo, magari il calco di una patata, ma di bronzo.
Io non penso ai collezionisti quando faccio le mie ricerche… ed è perciò che alcune sculture sono presentate addirittura in cartoncino, alcune sono realizzate in metallo o legno, una è di carta velina, leggerissima come un aquilone per i viaggi in aereo…” [Bruno Munari, 1958]










http://ipac-cremona.blogspot.it/2011_10_01_archive.html
http://www.munart.org/index.php?p=19
http://www.whendesignbecomesart.com/?p=225